Benvenuti nel sito-blog dedicato a Perfetto, il primo libro de La Trilogia di Lilac.
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Capitolo 10: estratto + canzone (SPOILER)

Alla fine del capitolo 10, Elia e Lilac ascoltano insieme una canzone. Quale?
Scopritelo alla fine di questo estratto, che vi consiglio vivamente di EVITARE se non avete ancora letto il libro.




Elia muove il pollice sulla ruota centrale per qualche secondo, e io ne approfitto per osservarlo. Finora, il suo corpo mi ha trasmesso forza, prestanza fisica. Adesso, invece, ciò che vedo, ciò che mi colpisce, è la sua semplicità. Il suo essere, nella temporanea spensieratezza di chi sta per ascoltare una canzone, semplicemente uguale a me.
“Trovata. E' una delle mie preferite,” dice, appoggiando l'iPod sul bracciolo che ci divide. “Vediamo se la conosci.”
Preme la parte bassa del cerchio e la musica comincia. Uno strano suono tiene il ritmo lento, poi una chitarra, o forse un basso. Poi la voce di un uomo.
“Non la conosco,” sussurro dopo pochi secondi.
“Peccato,” dice lui con un sorriso. “Queste note hanno quasi un secolo.”
“Un secolo?”
“Mm-mm. La progressione è quella classica, senti? Tuttavia-”
“Progressione?”
“La ripetizione di un elemento armonico,” risponde. Quando scuoto il capo per mostrargli che continuo a non capire, lui mi dice: “Ascolta.”
Fa schioccare le dita seguendo il tempo della canzone, ripetendo 'tututun' fra le labbra.
Mi ritrovo a muovere le punte dei piedi seguendo le sue dita. Mi ritrovo a sorridere e ad annuire. “Ora capisco,” sussurro alla fine.
“Questa si chiama progressione,” sussurra. “E anche se è standard, classica, il pezzo non ne risente.”
La voce del cantante è profonda. Canta, in inglese, di un uomo spaventato che chiede aiuto alla sua amata. Le chiede di non lasciarlo. Le chiede di rimanere al suo fianco.
“Io non ti odio,” dice Elia ad un tratto. Fra le nostre teste c'è solo un palmo di distanza, forse meno. “Lo sai, vero? Io non ti odio.”
Annuisco senza sapere di farlo, ipnotizzata dai suoi occhi verdi. E non so più se siano le note o la voce di Elia a cullarmi.
Il suo sorriso è l'ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare.
Sento il sedile muoversi, distendersi, e la sua voce all'orecchio.
“Buonanotte, Lilac.”
Vorrei rispondere, ma la musica continua a cullarmi. Quella, o le braccia di Elia.

Otto ore dopo, quando Baguette mi dice che siamo quasi arrivati a Pontenero, l'iPod sta ancora suonando la stessa canzone.

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Il pezzo che i due ascoltano è questo

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