Benvenuti nel sito-blog dedicato a Perfetto, il primo libro de La Trilogia di Lilac.
Qui troverete tutte le info riguardanti la storia, i personaggi, i luoghi di Perfetto.
Nella sezione La Tecnologia, scoprirete quali sono stati i miei spunti per la creazione del mondo di Lilac, mentre nella sezione Extra troverete la playlist, nuovi capitoli e tante altre chicche.

Capitolo 14: L'uomo che rimase in piedi.

Il 25 Dicembre del 1918, Mabel Greasley dà alla luce due gemelli: Horace e Harold.
I due bambini crescono con i genitori a Ibstock, nella contea inglese del Leicestershire, occupandosi della fattoria di famiglia.


Nel 1938 - Horace ha 20 anni e lavora come barbiere - Hitler invade la Cecoslovacchia.
Horace decide di arruolarsi, e dopo un periodo di addestramento parte col suo battaglione per combattere in Francia. A Maggio del 1940, però, viene fatto prigioniero dai tedeschi.
Per dieci settimane, lui e gli altri soldati inglesi attraversano, marciando, parte della Francia, il Belgio e l'Olanda, fino ad arrivare alla stazione ferroviaria dalla quale partiranno alla volta della Slesia polacca, una regione dell'Europa centrale in cui erano stati costruiti diversi campi di prigionia.

Horace, sopravvissuto alla marcia e al viaggio in treno, viene sistemato in un primo campo. Come gli altri prigionieri, è obbligato a dormire nelle stalle dei cavalli fra urina, zecche, topi e vermi. Viene periodicamente picchiato dalle SS, e durante l'inverno riesce a sopravvivere al gelo, a differenza di molti altri.
Quando il campo in cui si trova viene chiuso, Horace viene trasferito in un secondo campo, sempre nella Slesia polacca. 
Qui, le condizioni di vita sono migliori. Il campo è situato accanto ad una cava di marmo, e lì i prigionieri sono obbligati a lavorare per dieci ore al giorno. Non vengono picchiati, però. Viene dato loro del cibo, e i letti in cui dormono non sono infestati da vermi e topi.

Il direttore della cava si serve di sua figlia Rosa per comunicare con i prigionieri, molti dei quali non capiscono né il tedesco né il polacco.
Fra Rosa e Horace, nasce ben presto una storia d'amore. I due si incontrano di nascosto durante le pause per il pranzo, e lei riesce perfino a trovargli un'occupazione lontana dagli occhi delle guardie, per consentirgli maggiore libertà. Horace ha circa 24 anni, Rose (lui non la chiama Rosa, ma Rose) ne ha 17. Lentamente, tutto il campo viene a conoscenza della loro storia.
Il prigioniero e la figlia del direttore della cava.
Tutto fila (relativamente) liscio, fino a quando, un anno dopo essere arrivato al campo, Horace è costretto ad un nuovo trasferimento.

Il terzo campo è lontano, e Horace non sa esattamente dove si trovi, né sa come avvertire Rose della sua nuova posizione. La ragazza, però, non si dà per vinta. Visita tutti i paesi confinanti con la cava, fino ad incontrare alcuni compagni di prigionia di Horace e a sapere dove è stato spedito.
Gli scrive una lettera, e riesce a fargliela arrivare tramite gli altri prigionieri.
Horace viene a sapere che Rose sta bene, ma ciò non gli basta. Ha bisogno di andare da lei, di vederla, e per questo studia un piano.
Quando si sente abbastanza sicuro, le scrive una lettera, chiedendole di aspettarlo nella foresta che si trova dietro il nuovo campo. Aiutato dai compagni, e provvisto di coraggio che solo l'amore può dare, Horace esce dal campo per andare da Rose.
Scapperà 200 volte per la stessa ragione: vedere, anche per pochi minuti, la donna che ama. Dopo ogni incontro, fa ritorno al campo. La sua assenza, se scoperta dalle SS, avrebbe decretato la sua morte e quella dei suoi compagni.

Durante il loro ultimo incontro, cosciente dell'ormai imminente fine della guerra, Horace consiglia a Rose di mettersi al sicuro. Gli alleati sono vicini alla vittoria, e lui sa che avrebbero senza dubbio considerato la ragazza come un'amica dei tedeschi, visto il suo lavoro di interprete in un campo pieno di prigionieri.
Horace dà a Rose l'indirizzo della sua casa in Inghilterra, e le chiede di scrivergli non appena sarà al sicuro. Fa ritorno al suo campo e lì rimane fino al Maggio del 1945.
Dopo quattro anni e 364 giorni di prigionia, Horace Greasley viene liberato dall'esercito russo.

Lui e i suoi compagni vengono condotti a Praga, dove scoprono una città distrutta dalla guerra e piena di cadaveri. Qui, assiste allo stupro e all'uccisione di una ragazza tedesca da parte dei soldati sovietici.
Cerca di difenderla, ma viene picchiato a sua volta.

Horace riesce a far ritorno in Inghilterra, e qui inizia a ricevere le lettere di Rose. Lei sta bene, si trova in Germania, e collabora con gli americani che hanno bisogno di qualcuno che traduca il tedesco per loro.
Le lettere di Rose si fermano nel Dicembre 1945. Horace cerca più volte di contattarla, ma non riceve risposta.
Un anno dopo, nel 1946, riceve la lettera di un amico della giovane. Apprende, così, che Rose è morta durante il parto assieme al bambino che stava mettendo al mondo.

Horace non saprà mai se quel bambino era suo.
Si sposerà due volte, avrà due figli, e vivrà in Spagna fino alla morte, nel 2010.

Ed è nel 2010 che il Daily Telegraph pubblica una foto che, in breve tempo, fa il giro del mondo. 
Divisi da una rete metallica, Heinrich Himmler e Horace Greasley si scambiano uno sguardo che in molti hanno interpretato come uno sguardo di sfida, di tenacia e di estremo coraggio da parte di un prigioniero nei confronti del ministro del Reich.


In realtà, non è certo che il prigioniero che guarda Himmler sia Horace. Non è neppure certo che si tratti di un prigioniero inglese. Diversi storici, infatti, riconoscono nel cappello dell'uomo per metà nudo i simboli presenti sulle divise sovietiche. La visita di Himmler, inoltre, sembrerebbe essere avvenuta in un campo russo, e Horace non è mai stato in uno di quei campi.
In entrambi i casi, poi, è improbabile che il prigioniero conoscesse l'identità dell'uomo in divisa. Per alcuni è improbabile, quindi, che lo sguardo sia carico del significato che in molti gli hanno attribuito.


In Perfetto, questa foto ha un significato particolare per Elia. Egli cerca di spiegarlo a Lilac, in base a ciò che Michael gli ha raccontato.
Al fine della mia storia, non è poi così importante l'identità del prigioniero, né il luogo in cui la foto è stata scattata. 

Io ho scelto di leggere in essa (e di far leggere in essa ai miei personaggi) questo: l'uomo è dall'altra parte del filo spinato, ma rimane in piedi. Anche se solo per una foto, o per un'ora, o per un giorno. Egli non si arrende.

E' l'uomo che rimase in piedi.


[Non so voi, ma io ho BISOGNO di sapere cosa è successo a Rose. Il bambino era di Horace? E' morta davvero o chi ha scritto la lettera ha finto tutto? Io sguazzo in queste storie d'amore ai tempi della guerra. Ho BISOGNO  di sapere tutto.]

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